Il Belga Jan Fabre, artista visivo e
promotore di una ricerca artistica tesa ad oltrepassare le barriere espressive,
dopo 23 anni e con l’aggiunta del nome Troubleyn cognome materno, ritorna sulle
scene internazionali con il suo Prometheus Landscape II.
Fabre, partendo dalla tragedia di
Eschilo “Il Prometeo incatenato”, vuole raccontare quell’eroe che gli dei
punirono per aver regalato il fuoco agli umani; nella tragedia eschilea,
Prometeo, trascinato dal Potere e dalla Violenza in una località rocciosa della
Scizia, viene incatenato da Efesto. La collera di Zeus si manifesterà lasciando
Prometeo esposto alle intemperie e condannato di giorno a dare in pasto il
proprio fegato ai rapaci e di notte alla ricrescita dello stesso.
Where is our hero? Si chiede e ci
chiede il regista fiammingo: Prometeo è il simbolo della vittoria dell’ingegno
umano sulle forze ostili al progresso, ma oggi c’è ancora bisogno di eroi in
questo mondo di distruzione fatto di Ego troppo umani che sanno solo ripetere: «Fuck
you, Sigmund Freud!»?
In un Paesaggio fatto di sabbia,
fumo e vento si staglia un Prometeo Incatenato da stretti nodi, quasi
crocifisso che dona allo spettatore tutta la sua eroicità: “Quello che soffro è
contro la giustizia”.
http://www.teatroolimpico.it/ Roma 5 e 6 novembre 2011
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